...... confessioni di una (de)mente pericolosa.............

mercoledì 21 maggio 2008

Silenzio

Nel luglio del 2004, in un editoriale pubblicato su Repubblica, Michele Serra scriveva:

“Dal caso Franzoni, qualunque sia l'opinione in termini di colpevolezza, abbiamo imparato la nostra disperata incapacità, in quanto società mediatica, di fare silenzio, di sospendere la chiacchiera, di prosciugare l'emozione in favore di una decente, rispettosa assenza di risposte a domande troppo difficili. Dividersi in colpevolisti e innocentisti, a volte, è solo un gioco facile e becero, specie quando la gravità del delitto coinvolge le viscere di una società.
Le interviste televisive della signora Franzoni restano, almeno per quanto riguarda il mio giudizio, una delle più fulminanti prove a carico della televisione, del suo micidiale sovrappiù sentimentale, della sua invadenza, della sua incapacità congenita di aiutarci a ragionare in silenzio e della sua necessità, per contrappasso, di farci emozionare rumorosamente e continuamente.
Il delitto, ahimé, è un genere anche quando non è fiction. Attira, interessa, e a volte è anche parecchio rappresentativo di una società e della sua crisi. Ma quando non c'è misura, in questa inevitabile attrazione dell'opinione pubblica per la cronaca nera, il delitto diventa mercato, un mercato indecente nel quale si vendono vittime, colpevoli, testimoni, inquirenti come un clamoroso cast. Anna Maria Franzoni era diventata, suo malgrado, una star, e c'è da chiedersi se la sentenza di condanna la aiuterà, e ci aiuterà, a dimenticare e a celebrare davvero il lutto, oppure se si profilano nuove puntate, magari carcerarie, della sua tragedia e della nostra farsa.”


Stasera è arrivata la sentenza definitiva della Cassazione.

Buon senso vorrebbe che, da domani, sulla vicenda e sui suoi sciagurati protagonisti calasse finalmente il sipario in un rispettoso e dignitoso silenzio.

Servirebbe un momento di umanità.

Ne siamo ancora capaci?

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