...... confessioni di una (de)mente pericolosa.............

domenica 15 gennaio 2012

La prima classe costa mille lire...............

Non lo so. Forse è perchè siamo tutti figli, nipoti e pronipoti del Titanic.
Forse è il mistero che evocano le profondità abissali, delle quali poco ancora sappiamo.
Anche se poi capita d'affogare in uno sputo d'acqua.
Ma c'è qualcosa di straziante, di ancestrale, di terribile ed epico al tempo stesso, nel vedere quel bestione morente inclinato sul fianco in attesa della fine.
Le navi sono davvero creature misteriose, forse perchè in determinati frangenti sembrano vivere di vita propria.
Boh! 
Sto provando pena per una nave (la preoccupazione per la gente a bordo va da sè, non credo ci sia bisogno di ribadirlo).
Probabilmente, dovrei farmi vedere da uno bravo.
Ma bravo davvero.

2 commenti:

rossaura ha detto...

No, hai ragione, quella nave mi muove dentro un sentimento che non so spiegare, mi sa che uno bravo lo dovrai consigliare pure a me... :-)
E' strano come alcune tragedie portino in sé una fascinazione, un immaginario che è assolutamente slegato al significato della tragedia stessa. L'ho potuta provare con l'attacco alle Torri gemelle e il loro crollo che (cinematograficamente?) erano troppo "perfetti". Ultimamente pure le immagini del tsunami dopo il terremoto del Giappone che depositava grosse imbarcazioni sui tetti delle case aveva un che di orribilmente "perfetto".... salvami Mad sto davvero pensando che c'è qualcosa di maligno che ogni tanto mi prende :-(
Che sia l'effetto dell'inquinamento atmosferico oppure dall'abitudine alle immagini tragiche?

MadDog ha detto...

Mah, credo che una grossa parte di questa, chiamiamola così, "fascinazione" per eventi del genere abbia anche a che fare con la nostra cultura, con le nostre origini: i miti greci con loro stretta interconnessione tra vita, morte, amore, mistero e onore, la maniera romana di intendere il senso del tragico, la "luttuosità" di fondo della successiva cultura cristiana.
Siamo composti da moltissimi "strati" culturali che si intersecano (anche se spesso non ce ne rendiamo neppure conto).
E' l'immaginario sepolto dentro di noi che finisce con il qualificare l'evento, spesso, come dici tu, slegandolo dal fatto in se.
E, soprattutto per i popoli mediterranei, questo immaginario sepolto è essenzialmente tragedia (anche se ultimamente stiamo drammaticamente virando alla commedia di serie Z).
Porca miseria, non riesco a spiegare bene quello che intendo.
Ne ho dette parecchie di minchiate, eh?