...... confessioni di una (de)mente pericolosa.............

lunedì 11 ottobre 2010

Coma etilico

Ecco, questo è un esempio delle scemenze che riesco a vomitare in determinati momenti.
Per correttezza, avviso che queste idiozie facevano parte di un post che scrissi su di un sito che non frequento più da parecchio tempo. Spazzatura riciclata, insomma.
Ross, non dirmi che non t'avevo avvertita, eh!

Come eravamo…..

Sottotitolo: passeggiando sul viale dei ricordi. E attenti alle buche.

“Maaad!!!”
“Eh?”
“Devo svuotare la soffitta, domenica vieni a darmi una mano?”

 
Lo sguardo è quello d’un cucciolo trepidante e speranzoso, ma la mole è quella usuale e minacciosa della mia adorabile mammina.
Il mio cervello cerca frenetico una via d’uscita elegante, ma mi va in apnea sul più bello, mentre il “criiiiic” sinistro della mia schiena già mi ricorda l’immane numero di scatoloni che dovrò spostare.
Nel mezzo sento la mia boccaccia (sempre lesta a sproposito) mugugnare un “va bene” e tanti saluti allo sguardo da cucciolo speranzoso che mi diventa in un nanosecondo lo sguardo malefico e soddisfatto del gatto che s’è mangiato lo sprovveduto topolino.
M’ha incastrata un’altra volta.
Domenica. Alle sette. Del mattino. Diavolo d’una donna!
Mio padre, ovviamente, s’è volatilizzato al solo sentire la parola “soffitta”.
Come al solito, la scusa ufficiale è l’ennesima gara di pesca. Pure mia sorella è opportunamente svanita nel nulla. Il marito, i figli, i cani, le cavallette, la pioggia di fuoco, l’angelo della morte.
Va beh.
Domenica mattina, puntuale sennò comincia una rampogna infinita, alle sette sono in soffitta e pare di sprofondare in un inferno dantesco: ci saranno almeno trenta gradi.
E che sia esploso un centro commerciale.
Inizio le operazioni di scavo, cominciando ad ammucchiare tutto quello che mi sembra da buttare e qui mi parte un balletto al limite dell’assurdo: io scarto e lei recupera. Pare la storia infinita.
“Mamma, scusa, ma che cavolo te ne fai del mio triciclo?”
“Eh, è un ricordo.”
“Si va bene, ma pure gli sci, li usavo alle elementari, più di trent'anni fa”.
“Si, ma sono un ricordo.”

…………....
Due ore dopo io sono prossima al crollo nervoso e in un bagno di sudore. Sta’ benedetta donna ha conservato di tutto, sta’ soffitta non è una soffitta, pare la tana d’un criceto.
Eppure giurerei d’aver buttato gran parte de sto’ ciarpame quando sono andata a vivere per conto mio…… mah…… vuoi vedere che…..
…………
“Oh… guarda qua!” trilla giuliva.
“Ahio” penso io. Eccolo. Mancava solo lo scatolone pieno di vecchie fotografie.
“Si, bello, ma mamma, se cominciamo con l’”amarcord” qui non la finiamo più”
“Ecco, guarda, questa è una foto di tua nonna quando aveva vent’anni.”

Replica ignorandomi soavemente.
Reprimo lo scazzo e guardo.
E’ la foto color seppia d’una giovane donna sorridente e serena, guardo la data: “26 aprile 1943”.
Non ricordo d’averla mai vista questa fotografia, incuriosita, comincio a frugare nello scatolone, tentando d’ignorare lo sguardo soddisfatto di mia madre. Ho abboccato all’amo con tutte le scarpe, come voleva.
Va sempre a finire così.
Ma cerco soprattutto di ignorare gli occhi pieni di vita di quella giovane donna con indosso il vestito buono della domenica che mi guardano da una foto sbiadita e stuprata dal tempo e che sono come i miei.
E che fanno un po’ paura.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

eppure le foto sbiadite sono cosi' importanti. vorrei averne io di piu' per trovare connessioni, radici. Connessioni e radici che i miei genitori stessi non hanno. Loro non hanno soffitte da svuotare.

rossaura ha detto...

Lo sapevo... lo sapevoooooo che scrivi da dio, passami il riferimento a santi e madonne :-)
Scrivi bene e sopratutto sai trarre degli schizzi che spiegano tutto. Forte tua madre e fantastica tua nonna, dai vai avanti che sarò la tua lettrice , la tua fan, voglio seguire laq tua saga famigliare passo passo.
Evviva Mad in modalità scrittrice!

MadDog ha detto...

Si, però non t'aspettare aggiornamenti troppo frequenti sulla mia "saga" familiare eh?
Che io faccio una fatica bestia a farle 'ste cose.

rossaura ha detto...

:-) aspetterò con soave pazienza, ma non farmi aspettare troppo!

Ma di quella roboante caldaia un raccontino non me lo fai? ;-)