...... confessioni di una (de)mente pericolosa.............

mercoledì 2 giugno 2010

Finchè la barca va 2

Facciamo un attimo il punto:

l'esercito israeliano abborda in acque internazionali una nave civile battente bandiera turca che voleva portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza e facente parte di un convoglio internazionale di altre imbarcazioni all'uopo adibite.

Succede un quarantotto ed alla fine dell'azione tra i civili inizia la conta dei morti, mentre i sopravvissuti vengono fatti attraccare nei porti israeliani, imprigionati e probabilmente in un secondo tempo verranno espulsi dal paese.

Sdegno internazionale: bla, bla, bla, è colpa mia, è colpa tua, ma i pacifisti portavano armi, ma gli israeliani hanno aperto il fuoco ancora prima di salire a bordo e io ce l'ho più lungo del tuo eccetera.

Il punto effettivo qual'è?

Che il governo di Israele attraverso le proprie forze armate ha attaccato una nave straniera in acque internazionali. Fatto che, finora, non è mai stato smentito da alcuno.

Ora, almeno a mia insaputa, abbordare una nave in acque internazionali equivale ad un'implicita dichiarazione di guerra, dato che in acque internazionali ogni nave diventa in realtà un pezzo a tutti gli effetti del territorio del paese di provenienza.

Esempio: se l'Amerigo Vespucci si trovasse in navigazione nel bel mezzo dell'oceano indiano ed io ci salissi sopra, di fatto mi ritroverei su suolo italiano con tutti gli annessi e connessi giuridici del caso.
In questo caso Israele ha, anche se non esplicitamente, dichiarato guerra alla Turchia, di cui era “alleata” (sia pure a fasi alterne) fino a due minuti prima. Ci sarebbe quasi da ridere, se i risultati non fossero sotto gli occhi di tutti.

Guardacaso, nel bailamme internazionale scatenato da questa colossale ad avventata minchiata, è sfuggita ai più la voce insistente secondo la quale "zitta zitta quatta quatta" Israele si appresterebbe (se non l’ha già fatto) ad inviare nel Golfo Persico, al largo delle coste iraniane, tre sottomarini di fabbricazione tedesca equipaggiati con missili nucleari Cruise.

Senza contare che entro agosto in quel di Bushehr nell'Iran meridionale dovrebbe entrare in funzione la centrale nucleare costruita dai russi che tanti patemi ha provocato alla comunità internazionale.

Per contro agli Stati Uniti (da sempre numi tutelari dell'allegra congrega israeliana e che non mi pare proprio abbiano protestato con particolare veemenza) converrebbe riuscire a scrollarsi di dosso l’attenzione del resto del mondo per via di quel piccolo problemuccio nel golfo del Messico, che ha fatto precipitare a picco il gradimento in patria del “messia” Obama e lo ha costretto a “congelare” le future trivellazioni in Alaska (che negli ultimi tempi ha già avuto qualche guaio di troppo con il Trans-Alaska Pipeline) e a minacciare l'applicazione di autentici salassi fiscali alla simpaticissima congrega dei petrolieri. Oh, numi.
Conturbanti coincidenze?

No, così, eh, giusto perché la situazione è stata gestita in maniera così "opportunamente maldestra" da farmi venire più di un sospetto che in realtà l'improvviso "impazzimento" di Israele sia una prova generale e l’obiettivo finale sia ben altro.

Un obiettivo su cui convergono contemporaneamente più interessi.

2 commenti:

rossaura ha detto...

Storie di ordinaria follia dici? E' molto molto di più e convengo con te che su questa faccenda esistono troppe coincidenze e purtroppo personalmente alle coincidenze credo poco.
Bel post!
Ross

MadDog ha detto...

Come vedi pure io alle coincidenze credo poco ed a essere del tutto onesta guardo ai mesi a venire con una certa preoccupazione.
Che cazzo di mondo stiamo lasciando a chi verrà dopo?
Grazie della lettura.
Un saluto.
Mad